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domenica 15 maggio 2011

Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno

In clima di elezioni politiche ad Arezzo la cassetta postale è piena di volantini illustranti le caratteristiche di ogni candidato, tra i volantini ricevuti uno in particolare l'ho trovato curioso, non per i colori, ma per la scritta a grandi caratteri "OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO E NESSUNO" illustrante la storia di 4 persone.
Chi non conosce questa storia?

"E' la storia di 4 persone di nome: OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO E NESSUNO
C'era un lavoro importante da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO lo avrebbe fatto. CIASCUNO poteva farlo, ma NESSUNO lo fece. QUALCUNO si arrabbiò perché era il lavoro di OGNUNO. OGNUNO pensò che CIASCUNO potesse farlo, ma NESSUNO capì che OGNUNO l'avrebbe fatto. Finì che OGNUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che CIASCUNO avrebbe potuto fare".

Indipendentemente dal pensiero politico di cui possa far parte lo slogan pubblicitario, riporto le parole scritte nel volantino:

"C'era un lavoro importante da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO lo avrebbe fatto. CIASCUNO avrebbe potuto farlo, ma NESSUNO lo fece.
Finì che CIASCUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che OGNUNO avrebbe dovuto fare".

Le stesse parole lette in chiave politica fanno davvero riflettere!

La differenza tra poter e dover fare è chiara.
Nessuno ha voglia di fare quello che può fare qualcun'altro, aspettando che altri facciano il lavoro, e si finisce poi per dare la colpa sempre a qualcun' altro o a qualcos'altro per non averlo svolto. Nessuno si prende le proprie responsabilità e talvolta ci si lascia sfuggire tante occasioni per fare di più.

Ovviamente non sappiamo chi ha scritto questa storia, ad oggi anonima, ma chi l'ha scritta ha sempre detto qualche verità, in entrambi i casi sono stati davvero creativi...

giovedì 12 maggio 2011

Punti di Partenza: Frank Dituri


Interessante incontro quello avvenuto Martedi 10 Maggio con Frank Dituri ospite ad Arezzo dell'associazione fotografica Imago.
Fotografo di fama internazionale Frank Dituri, il suo nome già si presenta da solo. Per chi non lo conosce può vedere alcuni lavori nel suo sito personale www.frankdituri.com. Nella sua presentazione Frank Dituri fa sapere che gli piace la Toscana, Arezzo, Piero della Francesca, e tutto ciò che ha rappresentato nel suo passato. Durante la serata Frank Dituri ha trattato un tema davvero interessante: il punto di partenza per un artista fotografo.
Spesso ci chiediamo quale sono i passi per diventare un buon fotografo o un artista fotografo...bhè che dire per Frank questi punti sono molto chiari.
Non ci sono dubbi nelle sue parole, e quando parla della sua esperienza, è qualcosa che infonde coraggio e carica ad ognuno di noi.
Ci sono molti punti importanti a cui Frank fa riferimento e questi sono la base per diventare un vero artista fotografo. Il primo punto in assoluto è quello di saper fotografare bene, senza macchina fotografica. Si avete letto bene...saper fotografare senza rullino, senza obiettivo, senza macchina fotografica! Perchè è questo che fa la differenza, che ci distingue.
Oggi tutti possono avere una buona macchina fotografica, e può essere di qualsiasi marca, o tecnologia, digitale o meno, tutti bene o male riusciamo a produrre delle fotografie. Il difficile però non è fare fotografie, ma produrre qualcosa di diverso dalle comuni fotografie, qualcosa che abbia un valore aggiunto, e come qualcuno ha commentato, che abbia nel proprio lavoro una propria anima. Per riuscire in questo, dice Frank, dovremmo cercare qualcosa che va al di là del semplice soggetto, che non sia nella macchina fotografica, nel tipo di lente utilizzata, o al di la dell'obiettivo. Dovremmo cercare quel qualcosa , sotto un'altro punto di vista, cercare qualcosa che appartiene solo ed esclusiamente a noi, alla nostra anima, ai nostri pensieri. L'allenamento migliore che si possa fare e che può fare ognuno di noi è quello di cominciare a fotografare con gli occhi e soprattutto con la mente, con pensieri. Frank spesso appunta i propri sogni, le immagini che gli vengono in mente per poi fotografarle.
Le fotografie di Frank sono questo, il ricordo, la memoria, il passato, il sogno la sua esperienza, la sua vita. L'invito di Frank Dituri è di vivere la propria vita il più intensamente possibile, poichè più la propria vita ha un vissuto intenso e più possiamo voltarci indietro e raccontarla.
Le fotografie sono il racconto della propria esistenza, della propria infanzia, di se stessi! E questo è un buon punto di partenza che condivido pienamente, quello di non fotografare il soggetto ma di fotografare cio che siamo, e ciò che vogliamo comunicare.
La fotografia è un importante mezzo di comunicazione. Dovremmo riuscire a comunicare con noi stessi per riuscire a parlare con gli altri attraverso le nostre immagini. Spesso ci viene fatta Una domanda: Perchè fai fotografia? Una domanda banale, ma a cui spesso non sappiamo rispondere oppure ci districhiamo con molteplici riflessioni e pensieri conflittuali.
Frank la chiama dualità, questo per indicare che spesso a questa domanda rispondiamo che fotografiamo per noi stessi, ma la realtà per Frank non è così. Si fotografa per gli altri, e spesso cerchiamo negli altri un'approvazione positiva sulle immagini che creiamo. Ma è proprio così?
Sta di fatto che quando ci confrontiamo con il mondo del mercato spesso troviamo enormi difficoltà ad avere questo tipo di approvazione, e da qui nasce la costante lotta nella ricerca di qualcosa che possa essere originale o che forse possa semplicemente piacere.
Spesso questo confronto però è motivo di scoraggiamento, e rinuncia da parte di molti. Quando questo accade, Frank ricorda 3 importanti reazioni, per superare il NO netto: la prima potrebbe essere quella di capire il NO e cercare un compromesso, ricercando i difetti o i pregi per poter rifare il lavoro e ripresentarlo sotto una nuova forma che forse non ci appartiene, ma che molto probabilmente potrà accontentare chi ci è di fronte e portarci a fare un pò di strada; la seconda ipotesi può essere quella di scoraggiarsi, e di rinunciare totalmente all'impresa di fare l'artista fotografo e dedicarsi ad altro; la terza ed ultima ipotesi,che è quella che Frank predilige, di accettare il NO e proseguire comunque la propria strada, non rinnegando mai il proprio lavoro. Sicuri delle proprie certezze, e dei propri lavori portando avanti in ogni modo e comunque le proprie idee, anche se talvolta siamo di fronte a delle scelte difficili da mantenere.
Questo comporta sacrifi è vero ma tanta soddisfazione, soprattutto quando si raggiungono risulati come quelli che ha ottenuto Frank con le sue numerose mostre, ormai conosciute in tutto il mondo. Una bellissima illustrazione di Frank Dituri è stata quella di immaginare di stare davanti ad un muro, quella barriera che separa l'artista fotografo nel raggiungimento delle proprie mete e dei propri obiettivi. L'invito è quello di cercare in questo muro delle piccole crepe, dove è possibile entrare, e forse affermare la nostra creatività il nostro essere fotografo. Fotografo artista, chè è molto diverso da essere fotografo. Sono due cose distinte: il fotografo artista è una cosa... il fotografo semplicempente fotografo è un'altra cosa. Non che uno valga meno dell'altro, entrambi hanno un valore, anche paritario, ma non sono la stessa cosa per Frank. In ogni caso che siamo fotografi artisti o semplicemente fotografi, cerchiamo nel muro le piccole crepe, che sono forse le nostre piccole opportunità. Queste se pur piccole ci possono portare grandi soddisfazioni, e forse chissà a stabilire un primo punto di partenza! In ogni modo, per essere un artista fotografo il primo passo, importante è quello di fotografare, di creare un Portfolio, anche se da questo non abbiamo grandi approvazioni; secondo passo, prendere questi lavori e lanciarsi al di fuori dalle nostre quattro mura domestiche. Le nostre foto non le devono vedere solo l'amico, la moglie, il figlio, ma le devono vedere tutti, o almeno il maggior numero di persone possibili. E' chiaro e normale che il proprio lavoro può non piacere a qualcuno, ma allo stesso modo può piacere a molti altri. Dobbiamo prendere il coraggio a quattro mani per provare a fare questa esperienza! Fare delle nostre foto delle mostre! Terzo e non meno importante punto è quello di riuscire a vendere i propri lavori, ed è qui che si ha la consapevolezza che il proprio lavoro è stato apprezzato.
Non sono punti facili da raggiungere, ma se crediamo in noi stessi ce la possiamo fare.
E' stato un bellissimo invito quello di creare per gli altri, per coloro che apprezzano.
Un altro bel punto di partenza!
Nelle sue esperienze di apprendimento Frank Dituri ricorda un'episodio: una matita scaraventata in una parete a pugno chiuso da un'insegnante, creando un profondo buco nella parete. Un punto!
Qui veniva chiesto ad ogni studente, di fare di quel punto, un punto di partenza! L'invito era: se sei un poeta scrivi di questo punto... se sei un pittore disegna un quadro di questo punto... se sei un fotografo fotografa questo punto! Una lezione che non dimenticherà mai, e che citando ci fa davvero riflettere.
Davvero una persona splendida, a livello artistico, e con profondi valori, che ha saputo lottare con le avversita della vita per poter credere nel suo lavoro e portarlo avanti fino ad oggi. Frank continua a creare foto con gli occhi e con la mente, e prima di usare ogni mezzo, ci insegna questa questa fondamentale lezione.

sabato 7 maggio 2011

Memoria di un eccidio


Diario di quegli anni © 2011 Parreira Katy
(un cimelio della mostra Sezione Soci Coop Arezzo)

" Non vivere su questa terra come un inquilino oppure in villeggiatura nella natura.
Vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre
credi al grano, al mare, alla terra
ma soprattutto all'uomo.
Ama la nuvola, la macchina, il libro,
ma innanzitutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che si secca
del pianeta che si spegne
dell'animale infermo
ma innanzitutto la tristezza dell'uomo".
(Forse la mia ultima lettara a Mehmet, Nazim Hikmet)

Queste le parole riportate nella copertina del libro che accompagna il Dvd del film Memoria di un eccidio.
Venerdi 6 Maggio 2011 presso il Museo Statale d'arte Medievale e Moderna si è tenuta la presentazione ufficiale di un interessante Film girato a San Polo: Memoria di un eccidio - San Polo 14 Luglio 1944 il giorno più lungo. La visione del film su prenotazione nei giorni 7 e 8 Maggio 2011. Film prodotto in collaborazione con l'Istituto Superiore "Piero della Francesca" e la Soprintendenza per i beni A.P.S.A.E di Arezzo.
Il film racconta la vera storia dell'eccidio avvenuto a San Polo il 14 Luglio 1944.
A questo progetto hanno collaborato:

Soggetto,Sceneggiatura e regia: Alessandro Benci
Aiuto regista: Giacobbe Giusti
Riprese: Alessandro Benci, Giacobbe Giusti, Gabriele Nepitella
Montaggio: Alessandro Benci
Scenografie: Alessandro Benci, Giacobbe Giusti, Sandro Ricci
Musiche originali di Luciano Tagliaferri
Coordinamento degli studenti: Gerardo Gallifoco
Consulenza storica: Tiziana Nocentini
Organizzazione, segreteria di produzione e ufficio stampa di Franca Corradini
Voce fuori campo: Andrea Biagiotti
Fotografi di scena Alessandro Barbagli, Francesca Blonda, Giacobbe Giusti

Altre info sono nei rispettivi siti dedicati al film.

Di seguito una delle foto di Alessandro Barbagli scattate durante le riprese .

Foto dal film Memoria di un eccidio © 2011 Alessandro Barbagli

In collaborazione con la Sezione Soci Coop di Arezzo interessante mostra dedicata al film con alcuni cimeli di guerra.

Trailer del film Memoria di un eccidio



Trailer del film Memoria di un eccidio di Alessandro Benci sul canale You Tube di Luciano Tagliaferri

Al progetto progetto è stata assegnata la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
L'invito del film è quello di "non dimenticare", commemorando le 65 vittime della strage.

Appunti e Libri© 2011 Parreira Katy (cimeli della mostra Sezione Soci Coop Arezzo)
Foto ricordo © 2011 Parreira Katy (cimelio della mostra Sezione Soci Coop Arezzo)
Un viaggio © 2011 Parreira Katy (cimeli della mostra Sezione Soci Coop Arezzo)

Dopo queste ultime foto concludo con una frase di Oscar Wilde:
"La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé".